Archivio per Categoria Nascita del rock

DiMagnus

Protesi al seno ergonomiche a suon di rock

Oggi è abitudine saltellare a suon di rock durante i festival musicali; i ragazzi coi giubbotti di pelle, le ragazze che possono sfoggiare le loro protesi seno ergonomiche. Di fatto, la musica rock ha rappresentato un momento di svolta nella storia artistica, culturale e sociale del XX secolo. Per una congiuntura di eventi e situazioni, è stata il veicolo di trasmissione dei valori e delle istanze delle nuove generazioni a cavallo tra gli anni 50 e 70, quando in tutto il mondo occidentale, e in particolare negli Stati Uniti, è cresciuta l’esigenza di staccarsi da un passato sanguinoso e moralista come quello delle due guerre mondiali.

La nascita del rock e dei primi festival

Il rock è una derivazione del blues, genere musicale cantato e suonato negli USA dagli schiavi afroamericani, e del folk. Tecnicamente parlando, le sue caratteristiche principali sono un ritmo incalzante e l’uso prevalente delle chitarre elettriche. Ma, come abbiamo visto, il rock è molto di più, il rock è Elvis Presley, ossia immagine sexy e conturbante, movimenti ammiccanti, voce profonda e ipnotizzante, abbigliamento eccentrico.

Da Elvis al primo festival rock passa poco tempo: è il Monterey pop festival, organizzato nel 67 e primo esempio di evento dedicato alla musica nascente del periodo: si esibiscono, tra gli altri, gli Who, Jimi Hendrix e Janis Joplin.

L’incredibile esperienza di Woodstock

Il 1969 è l’anno di Woodstock, il più celebre festival dedicato alla musica rock: siamo ancora nel pieno del movimento hippie, appena 365 giorni dopo la famosa “summer of love” di San Francisco, quando bastava mettere un fiore tra i capelli per godersi la libertà della città californiana. A Woodstock, tra fango e pioggia, i giovani rivendicano le loro esigenze, alzano la voce per dire no alle guerre dei padri, al razzismo e al sessismo, senza farsi mancare droghe, sesso e divertimento sfrenato.

Woodstock diventerà un momento epocale, tanto che oggi siamo tutti più o meno a conoscenza di quello che successe, dall’incredibile esibizione di Jimi Hendrix, che fece letteralmente bruciare la sua chitarra suonando l’inno americano in una versione distorta e inquietante, all’esplosione di vita a cui si assistette tra le tende di migliaia e migliaia di ragazzi.

I festival rock oggi

Dopo Woodstock, l’ondata dei movimenti giovanili è andata pian piano esaurendosi, mentre il rock è diventato sempre più un genere popolare e commerciale. Così da un lato ha perso la sua vena di protesta, la sua capacità di essere portavoce delle urgenze delle nuove generazioni, mentre per un altro verso si è diffuso in ogni angolo del mondo.

Ecco perché dagli anni 80 sino a oggi è stato tutto un fiorire di festival sempre più conosciuti e apprezzati, come Glastonbury, Coachella, Primavera Sound, ecc.

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La fine dell’epoca d’oro

Se la metà degli anni ’70 coincide con l’epoca d’oro del rock, la fine del decennio segna l’inizio della sua parabola discendente. Le trasformazioni sociali e culturali hanno nel frattempo cambiato i giovani, e le nuove generazioni sognano un mondo diverso e lottano in modo differente.

Così si spiegano in parte la nascita del punk, un genere reso famoso da Clash, Ramones e Sex Pistols, e dell’heavy metal, le cui band di punta sono Deep Purple, AC/DC, Europe, Iron Maiden, Motörhead, Kiss, Scorpions…

L’eredità del glam rock

Il boom economico degli anni ’80 segna l’esplosione del consumismo come unico modello culturale possibile, mentre l’importanza della televisione diviene sempre più centrale: è in questo periodo che nasce MTV, la nota emittente televisiva che condiziona il presente e influenza il futuro dell’industria discografica.

È un’epoca controversa: da un lato a prevalere sono ancora gli aspetti eccentrici ed edonisti del glam rock, nato pochi anni prima e incarnati dalla figura androgina di David Bowie, dalla potenza vocale di Freddie Mercury con i suoi Queen, dal fascino di Marc Bolan con i T-Rex. Le sonorità dominanti mettono da parte le chitarre elettriche, sostituite dalle tastiere e da suoni molto più elettronici.

Metal, new wave & Co.

C’è anche il rovescio della medaglia: crescono e si affermano infatti atteggiamenti cupi e distruttivi, a volte satanici, come nel caso di death metal e black metal, spinti dal successo di band più “leggere” come i Metallica; o i testi nichilisti e malinconici, in special modo nell’ambito del post-punk, del dark e della new wave; Cure, Joy Division, Smiths, Talking Heads e altri gruppi nati in questi anni raccontano di depressione, autolesionismo, rassegnazione, portando in musica i disagi di una generazione che si sente spaesata di fronte a un mondo che sembra plastificarsi.

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Dagli anni ’60 al progressive

Negli anni ’60 il rock si prende ufficialmente la scena: milioni di giovani ballano e si divertono al suo ritmo, mentre i primi cantautori folk incarnano le inquietudini di una generazione che vuole rompere col turbolento passato dei padri. Tra questi si alzano le voci di Bob Dylan e Simon & Garfunkel negli Stati Uniti, dei Beatles e i Rolling Stones in Inghilterra. La loro è una musica che inizia ad assumere una forma urlata, con chitarre distorte che disorientano e provocano sensazioni rabbiose, a volte deludendo i fan della prima ora.

Le chitarre elettriche

Il primo a sconvolgere è Bob Dylan: apprezzato per le sue ballad acustiche, stimato per l’impegno politico e sociale dei suoi testi, il cantautore americano si esibisce per la prima volta utilizzando le chitarre elettriche. I suoi ammiratori sono sconcertati, la stampa lo demolisce. Ma la rivoluzione è già in atto e non può essere fermata.

Mentre, sempre negli USA, anche Simon & Garfunkel approcciano le chitarre elettriche trasformando la loro celebre “The Sound of silence”, in Gran Bretagna i Beatles si dichiarano “più famosi di Gesù”, scatenando le ire dell’opinione pubblica, e i Rolling Stones diventano i cattivi ragazzi del rock.

La psichedelia

La fine degli anni ’60 segna anche la nascita del movimento psichedelico, influenzato dal massiccio uso di droghe psicotiche come l’LSD. Esplorando i confini della mente, la musica si fa più evasiva e distaccata dalla realtà, a volte oscura e teatrale, come nel caso dei Doors di Jim Morrison, altre volte più lisergica e concettuale, come per i Pink Floyd guidati da Syd Barrett. Ma questi sono anche gli anni del rock bianco che attinge dal blues nero, incarnato soprattutto da band esplosive come i Led Zeppelin e i Black Sabbath.

Il cambio di decade porta ulteriore rinnovamento a una scena che ormai consta di tantissimi artisti dalle più svariate influenze: il rock torna a farsi sofisticato e barocco sotto forma del progressive, un genere che viene reso celebre da Van der Graaf Generator, King Crimson, Gentle Giant, Genesis, Jethro Thull e altri ancora. A livello stilistico, si notano un massiccio uso di strumenti insoliti per il genere, come le tastiere, il flauto, il sax, il clarinetto e il contrabbasso.

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La nascita del rock & roll

Il genere che conosciamo col nome di rock & roll muove i primi passi negli USA a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 del XX secolo, in una forma che sintetizza il country, il folk e rhythm & blues.

Il primo esponente a raggiungere una certa fama è Chuck Berry, il quale registra per la prima volta canzoni che ha composto da solo e che hanno per protagonista la chitarra, sino ad allora solo uno strumento di accompagnamento. Le sue composizioni scuotono le famiglie americane, soprattutto bianche, ma essendo un nero, la sua fama non decollerà.

Nel frattempo il rock & roll inizia ad assumere i connotati della sua anima più selvaggia, incarnata nella fattispecie dalla figura di Little Richard, il primo vero rocker della storia: suona truccandosi e scatena la sua foga sul palco vestito in modo eccentrico.

Elvis Presley

Per i tempi che corrono, dove la popolazione nera vive ancora ai margini, al rock occorre una figura più famigliare e rassicurante, anche costruita a tavolino: è così che irrompe sulla scena Elvis Presley, un bianco che canta e si muove come un nero. Elvis può essere considerato a tutti gli effetti la prima star che incarna tutti gli stereotipi del rocker: ciuffo impomatato, giubbotto di pelle nera, lunghe basette e ammiccamenti sensuali.

Migliaia di ragazzi sono sconvolti dalle sue prime apparizioni televisive: in poco tempo Elvis diventa simbolo della ribellione giovanile e anche icona da spremere a fini commerciali. Tristemente celebre è la sua discesa verso gli inferi, con un collasso fisico e mentale che lo porterà a una morte prematura.

Buddy Holly

A prescindere dalla sua mesta fine, Elvis diede lo scossone definitivo alle porte socchiuse verso la vera rivoluzione del rock & roll, quella che diventerà in breve sinonimo di liberazione dall’ormai vecchio perbenismo degli adulti. Così i testi dei nuovi musicisti si fanno più impegnati e, oltre all’amore e alla passione sentimentale, iniziano a toccare temi riguardanti la complessità della vita, le questioni razziali, i costumi sessuali. I dettami conservatori cedono il passo a una libertà senza limiti a portata di ragazzi neri e bianchi senza alcuna differenza.

La portata del cambiamento è tale che anche le donne hanno finalmente la possibilità di far sentire la propria voce, e infatti nascono le prime band al femminile. Il fiorire di nuovi gruppi porta anche all’ascesa delle etichette indipendenti, che possono dar voce ad artisti innovativi come Buddy Holly: con la faccia da bravo ragazzo, in contrapposizione all’influenza perversa e conturbante di Elvis Presley, è lui a portare il rock nelle case degli americani; ed è sempre lui a inventare il cantato con la doppia voce, di cui i Beatles faranno tesoro.